Niccolo Forteguerri (1674 – 1735)
Italian academic, satiric poet and presbyter.
Son ciance e be’ trovati
Di romanzieri pazzi e spiritati.
Rimembrar il ben perduto
Fa pi? meschino lo presente stato.
Chi pecca per amore, io non riprendo.
Donna che sia pregata non sta forte.
Ciascun si stima di gran senno, e crede
Dovizia aver di cio ch’ei pi? mendica;
E d? del matto e del malenso altrui.
Tra i benefizi che ci ha fatto Iddio,
Non ? mica il minor quelle del vino.
(Che) rinsanisce alcun pazzo talora,
Ma il cervel de l’amante ognor peggiora.
L’uomo saggio sopra del suo dosso
Non deve portar peso che lo sfianchi,
Onde dica piangendo : io non lo posso.
Ne le guerre d’Amore
Amor (proverbio ? trito,)
Vince chi fugge, e non chi si cimenta.
(Che) nodo mai si forte non si stringe
Che sciolto e rotto a lungo andar non sia.
Natura ? gran maestra, e mai non erra.
Libert?
Libertade ? quella
Che noi dispoglia d’ogni cura amara :
Ella sol basta a fare in ogni stato
Un uom d’afflitto e misero beato.
Ogni stato ha i suoi guai; e chi desia,
Mutando il suo, trovarne un pi? giocondo,
Cadde in una grandissima pazzia.
(Che) non torri superbi e forti mura,
Non larghe fosse, non fiumi vicini
Fan da’ nimici una citt? sicura,
Ma la fede e il Valore
valor de’ cittadini.
La moglie ? vita, o coltello e capresto,
Conforme vuoi.
(Ma) l’animo gentile
gentil sempre pon mente
Al buon cuor di chi d?, non al presente.
Quei che aggiunge sapere, aggiunge affanno;
E men si dolgon quelli che men sanno.
(Ma) vince Amore
amor di padre ogni altro amore.
Che perduto il buon nome, una fanciulla,
Per bella ch’ella sia, non val pi? nulla.
La meraviglia
maraviglia nasce da ignoranza.